OGGI VI PRESENTIAMO “LUISA RAIMONDI”  E IL RACCONTO DELLA SUA INTERPRETAZIONE FOTOGRAFICA

“I campi avevano bisogno di qualcuno che li percorresse per esprimersi in un fruscio”.

Questa frase di Clarissa Pinkola Estés e’ la prima cosa che leggete quando approdate sul mio sito.

Mi immagino percorrere un campo di spighe, o di camminare nell’erba alta; passare la mano con delicatezza sui fiori e sentire il loro sussurro, in una reciproca corresponsione di sensi.

Nello stesso modo mi sento quanto entro nelle vostre vite, per fotografare.

Ed è prima di tutto un mettersi in ascolto; tutta, non sol con l’udito, ma anche con lo sguardo. È la ricerca del silenzio, pur nel chiasso di un ricevimento nuziale o nelle chiacchiere per scioglier la tensione quando posate davanti al fondale, nel mio studio. Vivo come dentro ad un film muto, in diretta.

Non amo usare il verbo “catturare” quando parlo del mio lavoro, tanto meno se parliamo di emozioni.

Non amo neppure l’espressione “per sempre”, perché non credo nell’immobilita’ che rappresenta.

Non catturo, capto.

Non immortalo per sempre, ma entro nel flusso del tempo e ad esso, non solo a voi, io affido le mie immagini.

Ho scelto, per raccontarmi, la fotografia di un padre con la figlia sposa mentre reggono l’immagine stampata di loro in un momento tra i più carichi di felice tensione emotiva, durante un matrimonio: quello dell’arrivo all’altare.

In questa immagine che ne racchiude un’altra (un momento di reportage ed un posato), come una Matrioska, io trovo la descrizione migliore di quello che faccio per voi.

Mi piace vedere quella stampa salda tra le vostre mani e la immagino passare di mano in mano, di generazione in generazione. Di sguardo in sguardo. Di attimo in attimo.

Sono specializzata in fotografia di matrimonio e ritratto.